Klizio

Se riuscissi a raccontarmi e comprendermi, probabilmente non riuscirei a far foto, quindi ciò che segue è solo un blando tentativo di dire qualcosa di me, che possa esser vero ancora tra cinque minuti.

Mi chiamo Nicola Marongiu, mi son dato il nomignolo di “Klizio” per scherzo, tempo fa e in un contesto totalmente estraneo alla fotografia (suonavo ..), ma ci son affezionato per cui me lo son tenuto.
Son nato nel 1976 e la fotografia non mi ha conquistato sin da bambino, non ho genitori o parenti che mi abbiano introdotto ad essa, non ho iniziato presto anzi…tutt’altro.
Nel settembre del 2016, al battesimo di mio figlioccio, mia sorella mi regala la mia primissima reflex, una Canon 1300d, e da li inizia tutto.
Primi due anni di schiaffoni, pubblicando qua e la (ma soprattutto su photo4u.it, che considero ancora oggi il miglior sito di critica e condivisione fotografica): cercavo di imparare e cercavo di capire cosa mi piacesse fare e se – per prima cosa – potessi fare qualcosa.
Poi Lodovico Ludoni (fotografo sardo che vive a Roma) mi dice: “Nicola… forse nei tuoi paesaggi dovresti metterci qualcosa dentro”; entro in crisi… i miei paesaggi sardi in bianco e nero non mi bastano più.
Mi riprendo un mesetto dopo (siamo all’incirca nell’autunno del 2018)… chiedo alla mia “socia di foto” (Fabiana Melis): “mi dai una mano a fare una foto un po strana?”… lei salta in aria da sopra una duna con un ombrello in mano, dietro di lei, piantati sulla dune, 5 o sei ombrelli, faccio click e da li capisco che era quella la fotografia che mi piaceva fare.
La fotografia per me è leggerezza, viaggio, fantasia, creazione, visione. Mi annoio facilmente, per cui cerco immagini che il giorno dopo possano raccontarmi una storia diversa da quella del giorno prima.
Qualche concorso vinto, qualche riconoscimento, su siti e riviste fotografiche.
Amo la fotografia surreale, la cosa più faticosa per me è la “creazione dell’idea”, lo sviluppo dell’immagine nel mio cervello, la sua concettualità e la sua estetica: la pre-produzione dura spesso anche settimane tra “disegno” dell’immagine, ricerca della location, scelta di abiti etc. etc. Altre volte la genesi è immediata e frutto di puro istinto creativo.
A questo punto credo di esser riuscito a raccontarmi, per cui posso anche smettere di far foto… (forse).